Andrea Deaglio riceve il Mercurius Prize

Andrea Deaglio riceve il Mercurius Prize

Andrea Deaglio, Chiara Tozzi e Eva Pattis Zoja durante la premiazione

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Il 18 ottobre 2024 si è tenuta al Cinema Beltrade di Milano la proiezione che ha inaugurato il tour nelle sale cinematografiche del film documentario Un milione di granelli di sabbia di Andrea Deaglio. Erano presenti il regista Andrea Deaglio, il produttore del film Matteo Tortone,  Eva Pattis Zoja, psicologa analista CIPA (IAAP) protagonista del film, Enrico Ferrari, presidente dell’associazione junghiana CIPA (IAAP) e Chiara Tozzi,  psicologa analista AIPA (IAAP) e direttrice artistica del Mercurius Prize.

Il film è stato accolto con emozione ed entusiasmo dal pubblico che gremiva la sala.

Dopo la proiezione si è svolta la cerimonia di consegna del Mercurius Prize. 

Chiara Tozzi ha consegnato a nome del Mercurius Prize Committee il premio ad Andrea Deaglio,  e una speciale menzione ad Eva Pattis Zoja.

Questa la motivazione del Mercurius Prize a Un milione di granelli di sabbia:

Il Mercurius Prize Committee è lieto di assegnare il MERCURIUS PRIZE ad Andrea Deaglio, regista del film “A Million Grains of Sand” e ad Eva Pattis Zoja for ruolo di protagonista del film. I membri del Committee lodano la qualità del film sia per il suo messaggio che per la sua tecnica cinematografica.
Il Premio Mercurius viene assegnato a film che mostrano una sensibilità per la verità e la profondità psicologica e che esprimono anche un’attenzione premurosa per i valori umani fondamentali e i diritti umani. Entrambe le dimensioni sono superbamente esemplificate in Un milione di grani di sabbia.
È in riconoscimento dell’eccezionale risultato ottenuto con questo film che siamo lieti di premiare Andrea Deaglio ed Eva Pattis Zoja.

Dicono del film…

Eva Pattis è una psicoanalista che ha avuto il coraggio di uscire dal suo studio privato per affrontare

le situazioni tragiche che la Storia infligge anche a chi, come i bambini e gli adolescenti, li subisce

senza avere i mezzi per elaborarli. Chiusi nel loro silenzio, bambini e adolescenti spesso non sono

in grado di parlare delle tragicità che hanno subito o di cui sono stati testimoni. E anche le parole

che gli psicologi, chiamati in loro soccorso, rivolgono, ritornano mute e affogate nel loro silenzio.

Per questo Eva Pattis ha praticato con loro quel metodo non verbale dei “milioni granelli di sabbia”

dove si dispongono piccole miniature di uomini, donne, animali, oggetti che consentono di

“ricordare” nel senso di “ri-accordarsi” con quanto è stato vissuto, senza aver trovato le parole

per dirlo. In questo modo il trauma riemerge e, attraverso la scena che sulla sabbia ricostruisce, il

bambino recupera e rende comunicativo il trauma che si era reso inaccessibile alle parole. Questa

pratica, che Eva Pattis ha inaugurato come metodo del Sandwork Espressivo, è stata sperimentata

con i bambini e gli adolescenti del genocidio degli Yazidi in Iraq, dei terremotati in Cina e dei

reduci del conflitto in Ucraina, consentendo a tanti bambini e adolescenti di comunicare quello

che avevano chiuso dentro nel loro silenzio enigmatico e buio, che le parole non erano in grado

di aprire. (U. Galimberti)

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